Un'occasione unica per un confronto, un momento che ho cercato, voluto fortemente con una persona che per me e per molti artisti, operatori culturali e appassionati d'arte e culture contemporanee internazionali, rappresenta un punto di riferimento, un'innovatore, la vetta dell'arte pop internazionale.
UN OTAKU SUPERDEEP
Intervista realizzata il 22 luglio 2014, presso la Sala delle Cariatidi di Palazo Reale a Milano
di Christian Gancitano (Nipposuggestioni) e Tiziana Ricci (Radiopopolare)
Traduzione di Matteo Rizzardi per NipPop
NIPPOP.IT
NIPPOP.IT
l'inaugurazione si è tenuta il 23 luglio,
Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, Milano.
Ecco una mini clip con uno dei momenti (rare to see) prima dell'incontro con Murakami per l'intervista concordata.
youtube video clip: Murakami Takashi prima dell'intervista con Nipposuggestioni
Ecco una mini clip con uno dei momenti (rare to see) prima dell'incontro con Murakami per l'intervista concordata.
youtube video clip: Murakami Takashi prima dell'intervista con Nipposuggestioni
[…]
Murakami: Per
quanto mi riguarda, non posso dire di essere religioso, quindi questo incontro
con una serie a tema religioso è stato piuttosto casuale direi. Dopo il
terremoto (dell’11 marzo 2011, ndt) e il disastro che ne è seguito, si era
creata una situazione per cui comunque si voleva dare un aiuto, sia da parte
dello stato che da parte delle persone, ma non si poteva... In un simile
contesto, come trovare le parole giuste? parole semplici... Ecco, in un
contesto simile persino delle bugie vanno bene, perché gli uomini devono
comunque continuare a vivere, e quando si prova questo tipo di sentimenti è
inevitabile che nasca un sentimento religioso. (risposta della traduttrice tagliata dalla domanda
seguente, ndt)
Tiziana Ricci: Ma perché ha scelto i monaci?
Murakami: Proprio in quel periodo in Giappone avevo in progetto
di fare una mostra dedicata al tema dei 500 Arhat. Mi era stato chiesto di
farla insieme a una mostra di Kazunobu Kanō (1816 – 1863), un autore di circa 300 anni fa, ma il progetto è
stato ritardato a causa del disastro (terremoto e tsunami); poi, subito dopo il
disastro, inaspettatamente la mostra si è tenuta, un fatto che ha avuto un
forte impatto su di me.
TR: Come pensa siano stati gestiti il terremoto e lo tsunami, da parte del
governo?
Murakami: Fino a quel momento la popolazione giapponese in
generale ancora non si era mai lamentata concretamente del governo, ma alla
fine, dopo i disastri naturali e il disastro della centrale atomica di
Fukushima, i passi intrapresi dal governo sono stati assolutamente inadeguati.
Non solo, ma hanno nascosto alla popolazione molte cose, e per la prima volta
in sessant’anni dal dopoguerra, nel pacifico Giappone, sono dilagate manifestazioni
in cui ha trovato espressione l’insoddisfazione delle persone. Il marzo 2011 ha segnato il momento in
cui questa è esplosa, contro lo stato.
TR: È contento che questo suo lavoro venga paragonato a Guernica di Picasso?
Murakami: Mah... non penso che il tema del pacifismo e della protesta
contro la guerra sia così forte (nella mia opera, ndt) volevo piuttosto rappresentare
l'ansia e la visione religiosa che penso siano radicate in noi in quanto popolo
giapponese. Personalmente non avrei mai pensato di paragonare il mio Ciclo di Arhat a Guernica di Picasso
TR: No, però si tratta comunque di una devastazione, anche se i motivi sono
diversi.
Murakami: La guerra
si può anche fermare grazie alla volontà dell'uomo, ma i disastri naturali no. (non
si capisce , si parlano sopra la traduttrice e lui, in più i due che stanno
registrando, più rumori vari). Volevo cercare la salvezza in un dipinto:
per quanto riguarda Guernica, è come
uno di quei dipinti che si trovano nelle chiese, che uno guarda e trova la
salvezza.
TR: Poi volevo chiederle del Kaikai
kiki (la factory di Murakami, ndt).
Come sta andando, e come l’ha organizzata.
Murakami: Ho capito, subito dopo il debutto, che ci volevano
tante persone per creare un numero tale di opere, quindi dovevo avere uno staff, e l'unico modo
possibile era che fosse inquadrato in maniera duratura come ditta o come studio. (Non si capisce l'ultima frase, ndt)
Christian Gancitano: Siamo molto appassionati della poetica superflat che
per noi è come la rivoluzione della pop art a opera di Andy Warhol, Basquiat e
Keith Haring. Murakami con Kaikai kiki
e il superflat, Nara Yoshitomo e Makoto Mida sono per noi i tre rappresentanti
che hanno portato l'arte giapponese al top dell'arte pop mondiale. Ti
riconosci?
(interferenze)
Murakami: [Murakami si rivolge al giornalista] Conoscerà benissimo i manga...
CG: Sì, certo.
Murakami: Per fare un esempio, se va a fare un viaggio in
Giappone, tra i cibi più famosi e tradizionali ci sono il ramen, gli udon... e poi
ci sono anche tanti tipi di fast food: ecco, io penso che tutte queste cose
siano manga.
Per
esempio, mangiare del vero ramen, in
Italia, penso sia veramente difficile, nel senso che il ramen non può essere troppo caro, quindi ci deve essere un ottimo
rapporto tra costo e rendita del piatto. In altri termini se ne deve vendere
molto per riuscire ad ammortizzare i costi. Il gusto deve essere buono e si
deve mantenere un livello qualitativo alto, cosa che penso sia molto difficile
da ottenere in un posto che non sia il Giappone. Allo stesso modo, ma in senso
contrario, nel caso del di sushi o della cucina kaiseki (il raffinato pasto
tradizionale che include tante piccole portate, ndt), se si riesce a
mantener il prezzo molto alto, penso si possano raggiungere ottimi livelli e
risultati anche al di fuori del Giappone.
Quello
che facciamo noi, non è così reale (non si capiscono alcune parole, ndt):
è come la cucina kaiseki, ma meno
concreto, materiale. Diventa un prodotto culturale, personalmente un po' me ne
vergogno. Avrà capito? (rivolto alla traduttrice)
CG: Ho capito: mi piacciono il ramen
e Tanpopo, il film, è un grande
esempio, molto importante. Però noi che seguiamo la vostra arte, siamo convinti
che voi abbiate creato quello che era il grande sogno di Andy Warhol. Che tra
l'altro è ora per la prima volta in mostra al Mori Building (Mori Art Museum, Tokyo, ndr): non era ancora
arrivato in Giappone, quindi siete stati molto più rapidi voi a esportare la
vostra arte, e il pop. L’avete preceduto
Murakami: A proposito di esportazioni, adesso nel mondo, anche in
Italia, c'è il boom dei manga, sono molto diffusi.
CG: Molto, ma c'è anche tanta ignoranza. Purtroppo in Italia non si conoscono
i veri mangaka... Osamu Tezuka, i
grandi maestri, ma anche Otomo... non si conoscono i veri manga e i veri anime.
E pochi conoscono Miyazaki, perché questo è il regno di Disney. Quindi per la
cultura, quella nuova e innovativa, per i giovani artisti, glielo garantisco:
lei è il modello, perché Murakami e il superflat sono una valida alternativa a
Disney, insieme al maestro Hayao Miyazaki.
Murakami: Prima o poi arriverà anche in Italia la vera cultura
del manga. Noi saremo la prossima ondata, (‘nakatsugi pitcher’, gergo del baseball, il prossimo in ordine di
tempo, ndt). In questo periodo in Giappone, nei musei ci sono
moltissime mostre dedicate agli autori di manga. Questo è dovuto al fatto che,
negli anni '80, c’è stato una
sorta di boom dei musei e ne sono stati costruiti moltissimi. Erano anni in cui inoltre si
acquistavano anche molte opere d'arte dall'Europa, e di conseguenza si ergevano
altri musei. Con la crisi economica, non è più stato possibile mantenere questo
ritmo di acquisti, e anche raccogliere i fondi per organizzare mostre è
diventato difficile. Quando hanno cercato di rimediare, si sono ricordati
dell'esistenza dei manga: le mostre si possono organizzare a basso costo, sono
di successo, e per quelle che attirano un pubblico più numeroso si può anche
chiedere di pagare un biglietto di ingresso. È per tutti questi motivi che le
mostre sui manga adesso hanno così tanto successo. Penso che, forse tra dieci
anni, forti dell'esperienza di queste esposizioni di tavole di manga originali,
e di animazione, si organizzeranno molte altre mostre o fiere di forte impatto,
ne sarete invasi anche voi. Credo infatti che sia molto probabile possibilità
che queste mostre di manga vengano in futuro esportate in Europa, in Itlaia.
Quando questo accadrà, noi piano piano verremo dimenticati, al massimo ci sarà qualcuno
che dirà “ah, sì, è vero! c'era anche un tipo che si chiamava così...”
CG: Lei non sparirà. È nella storia dell'arte ormai. Grazie.
Murakami: Io non ci credo che andrà così...
Takashi Murakami & Tomoko Nagao, la più rappresentativa artista superflat e microPOP in Italia |